L’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’agosto del 2013 ha riconosciuto l’EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati. Il riconoscimento ottenuto dalla OMS e da molte altre associazioni a livello internazionale ci spinge ad investire sempre più nell’ambito della ricerca, in modo da confermare, attraverso studi scientifici rigorosi, l’efficacia di questo metodo terapeutico. L’obiettivo è quello di utilizzare il canale scientifico per diffondere in modo sempre più capillare l’utilizzo dell’EMDR non solo per i pazienti con PTSD (per il cui trattamento, l’efficacia dell’EMDR è già stata ampiamente confermata), ma anche per il trattamento dei cosiddetti traumi relazionali che sono alla base di numerosi disturbi psicologici. Prosegue inoltre il filone di ricerca volto ad individuare quali sono le strutture e le aree cerebrali implicate nella rielaborazione dei ricordi traumatici e ad evidenziare i cambiamenti a livello neurofisiologico a seguito di una terapia EMDR.
L’Associazione EMDR Italia, negli anni, ha supportato e contribuito a vari progetti di ricerca nel nostro paese, affiancandosi e collaborando con numerose strutture quali ad esempio le Università (Milano Bicocca, La Sapienza, Parma, Milano Cattolica, ecc.), il CNR e molti ospedali (Gemelli, Clinica Mangiagalli, Amedeo di Savoia etc). I risultati di queste ricerche hanno una notevole rilevanza scientifica e hanno portato ad alcune pubblicazioni su prestigiose riviste scientifiche internazionali.

PRODUZIONE SCIENTIFICA E PUBBLICAZIONI SULLA TERAPIA EMDR NELL’AMBITO DELLA ASSOCIAZIONE EMDR ITALIA
Pubblicazioni scientifiche sull’applicazione dell’EMDR in Pandemia
STUDI SULL’EMDR PUBBLICATI AD OGGI

Ricerche su EMDR sono presenti in tutte le principali banche dati mediche e di psicologia a cui è possibile accede attraverso i principali motori di ricerca medica e attraverso registrazione.
Questi i principali:

  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/
  • https://www.cochranelibrary.com
  • https://scholar.google.com
  • https://www.ucl.ac.uk/library/research-support/research-data-management/learn-develop-teach/subject-specific-support/data
  • https://www.apa.org/pubs/databases/psycinfo/
  • https://www.scimagojr.com
  • https://www.researchgate.net
  • https://www.medscape.com
nicabm.com

Neural circuits underlying a psycho-therapeutic regimen for fear disorders

Jinhee Baek, Sukchan Lee, Taesup Cho, Seong-Wook Kim, Minsoo Kim, Yongwoo Yoon, Ko Keun Kim, Junweon Byun, Sang Jeong Kim, Jaeseung Jeong & Hee-Sup Shin, Nature 566, 339–343 (2019)

Questo articolo pubblicato da Baek e colleghi su “Nature”, la rivista scientifica multidisciplinare più prestigiosa in ambito internazionale, con un impact factor di 41,5. Il loro studio rivela il meccanismo d’azione dell’EMDR e il suo percorso neuroanatomico usando un modello animale. Gli autori hanno determinato che la stimolazione bilaterale, rispetto alle altre condizioni controllate, ha portato ad una chiara e persistente riduzione del comportamento della paura. Inoltre, gli autori hanno scoperto che la stimolazione bilaterale aveva avuto un ruolo anche nell’ aumento dell’attività neuronale nel collicolo superiore e nel talamo mediodorsale, smorzando così l’eccitabilità dei neuroni nel nucleo basolaterale dell’amigdala. Questa è una pubblicazione di grande rilevanza per la comprensione dell’EMDR nella sua interezza.

Deconstructing the Gestalt: Mechanisms of Fear, Threat, and Trauma Memory Encoding

Stephanie A. Maddox, Jakob Hartmann, Rachel A. Ross and Kerry J. Ressler, Neuron 102, April 3, 2019

Questo articolo pubblicato su “Neuron”, una delle riviste più influenti ed affidabili nel campo delle neuroscienze, con un impact factor di 14,4. Maddox e colleghi hanno svolto una review su come viene codificata una memoria traumatica e su come sia possibile ricodificarla in maniera più adattiva. Gli autori sostengono che il cervello immagazzini i ricordi attraverso gli engrammi, e cioè degli elementi neurobiologici che consentono di ricordare eventi e sensazioni ad essi associate. Questi engrammi rappresentano la base della persistenza delle memorie traumatiche.
In particolare, l’EMDR è risultato essere una psicoterapia efficace per la riscrittura di questi engrammi, e di essere in grado quindi di riattivare il meccanismo di codifica e modifica delle informazioni immagazzinate a livello neuronale.

leggi tutto su cell.com

Successful treatment of post-traumatic stress disorder reverses DNA methylation marks

Christiaan H. Vinkers, Elbert Geuze, Sanne J. H. van Rooij, Mitzy Kennis, Remmelt R. Schür, Danny M. Nispeling, Alicia K. Smith, Caroline M. Nievergelt, Monica Uddin, Bart P. F. Rutten, Eric Vermetten, Marco P. Boks, Molecular Psychiatry (2019)

Questo terzo articolo è stato pubblicato su “Molecular Psychiatry”, una rivista scientifica pubblicata dalla Nature Publishing Group. Questa rivista si occupa di
tutta la ricerca in ambito della psichiatria biologica ed ha un impact factor di 11,9. Vinkers e colleghi hanno dimostrato per la prima volta che l’EMDR può modulare l’epigenetica dei pazienti con PTSD in regioni differenziate metilate, in particolare quelle appartenenti allo Zinc Finger Protein 57 (ZFP57). Questi dati forniscono prove longitudinali che la metilazione della regione ZFP57 è coinvolta sia nello sviluppo del PTSD che nel suo¦nbsp; trattamento efficace, questi risultati sono un primo passo in grado di districare la complicata interazione tra i sistemi biologici e l’identificazione delle regioni rilevanti per l’eziologia ed il trattamento del PTSD.

Ricerca sul trattamento dei pazienti dipendenti con il protocollo EMDR

La ricerca mira a valutare:

  • L’efficacia dell’EMDR nel ridurre il comportamento compulsivo all’uso di sostanze anche in funzione del minor tempo impiegato nel raggiungere gli obiettivi rispetto ai protocolli o agli interventi standard;
  • L’aumento della compliance al trattamento
  • L’efficacia del metodo nel ridurre l’impatto emotivo degli eventi traumatici

La ricerca prevede 24 sedute EMDR in aggiunta ala normale programma di ruotine,  per un periodo di trattamento di circa 6 mesi. I test vanno fatti pre e post.
Laddove si rendesse necessaria una proroga, si può arrivare fino ad un massimo di 30 sedute. (In questo caso, i test in uscita andranno fatti direttamente dopo le 30 sedute e non dopo 24). L’intervento ambulatoriale e quello residenziale prevedono alcune differenze di trattamento. In residenziale tutta la parte relativa alla storia di dipendenza viene svolta in gruppo; quella relativa alla storia dei traumi personali in individuale; in regime ambulatoriale viene svolto tutto in individuale.

L’outcome:

La valutazione della riduzione del comportamento compulsivo avverrà attraverso le analisi dei drug test (ai fini della ricerca verranno elaborati i dati di inizio, metà e fine trattamento).
La compliance al trattamento sarà valutata dall’analisi dei soggetti che rimangono in terapia e che terminano il programma.
Mentre l’efficacia del metodo EMDR nel ridurre l’impatto emotivo degli eventi stressanti è valutata attraverso la comparazione dei risultati dei test  BDI, STAI, e Inventario eventi stressanti e traumatici della vita – Giannantonio  al pre e post trattamento e del colloquio clinico.

Le batteria dei test prevista è:

  • BDI (Beck Depression Inventory Scale di Beck) per la rilevazione del rischio della depressione e per discriminare pazienti affetti da depressione clinica rispetto a pazienti psichiatrici non depressi.
  • DES (Dissociative Experiences Scale di E.B. Bernstein e F.W. Putnam) per la misurazione del livello e del tipo di esperienza dissociativa
  • Inventario eventi stressanti e traumatici della vita  IES – (solo sui T)
  • ACE
  • SCID II
  • SCL 90

Utilizzo dell’EMDR nei percorsi terapeutici e riabilitativi in pazienti abusatori o dipendenti da sostanze stupefacenti

ASL RMF SERT di Capena DISTRETTO F4
Giuseppe Barletta, Silvia Zaccari, Matteo Simone e Antonella Di Leo

Gli obiettivi della ricerca riguardano la valutazione dell’efficacia dell’EMDR nel ridurre il comportamento compulsivo all’uso di sostanze anche in funzione del minor tempo impiegato nel raggiungere gli obiettivi rispetto ai protocolli standard e la valutazione dell’efficacia nell’aumentare la compliance al trattamento e nel ridurre l’impatto emotivo degli eventi traumatici.

PROTOCOLLO di STUDIO “CESARE e POMPEO” per la rilevazione di parametri neurofisiologici e psicofisiologici durante la rievocazione di memorie autobiografiche prima e dopo EMDR

Università Cattolica del Sacro, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Servizio di Neurofisiopatologia
Benedetto Farina e Giacomo Della Marca

Gli scopi specifici dello studio riguardano la misurazione delle variazioni EEG coherence tra ippocampo e corteccia e tra aree differenti della corteccia (connettività inter- e intra.emisferica) durante compiti di rievocazione di memorie autobiografiche e il confronto dell’attività autonomica nelle diverse condizioni sperimentali e la misurazione dell’effetto del EMDR sulle variabili in studio (EEG coherence, attività autonomica). Per realizzare gli obbiettivi dello studio verranno effettuate misure neuropsicofisiologiche nel corso di 3 trattamenti EMDR condotti da terapeuti esperti (Paola Castelli, Antonio Onofri, Anna Rita Verardo). Per ciascun paziente verranno registrate dalle 3 alle 5 sedute con l’obbiettivo del raggiungimento del SUD pari a zero.

Trattamento con psicoterapia EMDR vs psicoterapia supportiva in pazienti HIV+ a seguito di comunicazione di sieropositività. Progetto pilota.

Ospedale Amedeo di Savoia, Reparto Psicologia per HIV e malattie infettive (OAS-BV).
Annalisa Perziano

Considerando la comunicazione di sieropositività un evento traumatico, l’obiettivo dello studio è quello di valutare l’efficacia del trattamento con EMDR nel migliorare la qualità della vita dei pazienti sieropositivi, i loro valori ematici di cellule CD4, il livello di stress (e il livello ematico correlate di cortisolo) e migliorare l’aderenza alle terapie antiretrovirali, rispetto ad altro intervento psicoterapico supportivo.

La valutazione quantitativa della terapia EMDR mediante spettroscopia cerebrale all’infrarosso (NIRS)

Filippo Molinari, Politecnico di Torino; William Liboni, Fondazione “un passo insieme”; Marina Balbo, Roberta Darò, Erika Viotti, Associazione EMDR Italia

La spettroscopia nell’infrarosso vicino (NIRS, dall’inglese Near-Infrared Spectroscopy) è una tecnica non invasiva che, basandosi sulle proprietà spettroscopiche dell’emoglobina, è in grado di monitorare in tempo reale i cambiamenti di concentrazione nell’ossigenazione del tessuto cerebrale. Mediante NIRS è possibile documentare le variazioni nella concentrazione dell’emoglobina legata ad ossigeno (ossiemoglobina), di quella legata ad anidride carbonica e dell’indice di ossigenazione tissutale, che è correlato alla saturazione d’ossigeno del tessuto. Alcuni recenti studi hanno evidenziato come sia possibile, mediante NIRS, monitorare l’efficacia della terapia EMDR, andando a valutare le variazioni di concentrazione di emoglobina ossigenata durante le diverse fasi del protocollo. Appare, quindi, evidente come la tecnica NIRS abbia caratteristiche adatte a fungere da strumento di monitoraggio e quantificazione degli effetti della terapia EMDR. Pertanto il protocollo sperimentale utilizzato comprendere la fase di assessment, di desensibilizzazione e la fase di scan corporeo. Per ognuna di queste fasi verrà calcolata la media dei parametri misurati dal dispositivo NIRS, così da identificare le differenze e le variazioni tra le diverse fasi.

Intervento psicologico-clinico sulle difficoltà di allattamento attraverso l’utilizzo dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)

Consultorio Familiare accreditato “Genitori Oggi”, reparto di Neonatologia della Clinica Ostetrico-Ginecologica Mangiagalli di Milano
Cattaneo, M.C., Roveraro, S., Chiorino, V., Salerno, R., Macchi, E.A

L’obiettivo della ricerca consiste nel dare un contributo alla comprensione dei vari aspetti che intervengono sul fenomeno dell’allattamento al seno, in modo da poter intervenire in modo mirato al fine di rafforzarlo in una fase precoce. Il macro-obiettivo della ricerca è volto a facilitare i processi di sintonizzazione affettiva e favorire il legame di attaccamento madre-bambino nei primi giorni di vita del neonato. Un allattamento che viene vissuto positivamente contribuisce infatti a potenziare un’immagine di sé come madre adeguata e a depotenziare possibili vissuti di impotenza, incapacità e fallimento.

Intervento psicologico-clinico sui traumi da parto attraverso l’utilizzo dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)

Consultorio Familiare accreditato “Genitori Oggi”, reparto di Neonatologia della Clinica Ostetrico-Ginecologica Mangiagalli di Milano
Cattaneo, M.C., Roveraro, S., Chiorino, V., Salerno, R., Macchi, E.A

L’obiettivo primario della ricerca è verificare l’efficacia di un intervento mirato alla metabolizzazione degli aspetti di un parto traumatico (EMDR) rispetto ad un intervento clinico meno specifico. Il macro-obiettivo della ricerca consiste nel facilitare i processi di sintonizzazione affettiva e nel favorire il legame di attaccamento madre-bambino nei primi giorni di vita del neonato, depotenziando gli effetti del trauma da parto. Questo significa contribuire al processo di recupero di un senso di sicurezza rispetto al pericolo e al processo di elaborazione del senso di impotenza e del senso di inadeguatezza della neomamma.

Percorsi di psicoterapia integrati per l’uscita dalla violenza domestica e dalla violenza nelle relazioni d’intimità: metodologie a confronto, una ricerca.

Cerchi d’Acqua cooperativa sociale ONLUS-Contro la violenza alle donne- contro la violenza in famiglia
Rossella Ricci, Francesca Rocculi, Simona Scalzi, Francesca Scardi, Azzurra Senatore

L’obiettivo della ricerca consiste nel confrontare l’efficacia dei percorsi terapeutici con modalità consueta e sperimentata negli oltre dieci anni di lavoro del Centro Antiviolenza (metodologia e approccio di genere al maltrattamento e abuso, con percorso individuale e di gruppo) con l’integrazione tra l’approccio classico e la metodologia EMDR.

Efficacia e neurobiologia della terapia con EMDR in vittime del terremoto

Marco Pagani, Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR; Isabel Fernandez, Associazione EMDR Italia; Giorgio Di Lorenzo Università di Roma Tor Vergata

Scopo dello studio è quello di valutare l’efficacia neurobiologico-strutturale e funzionale, nonché l’efficacia clinica dell’EMDR e della CBT focalizzato sul trauma, su 40 persone in diversa misura coinvolte nel crollo della scuola “Francesco Iovine” di San Giuliano di Puglia (Molise) che, 10 anni dopo il terremoto, presentavano un alto indice di disturbo da stress post-traumatico (PTSD).
Un ulteriore obiettivo è quello di valutare i cambiamenti della connettività tra tutte le aree cerebrali (corticali e sottocorticali) durante l’evocazione dell’evento traumatico (script), e durante l’esecuzione di una stimolazione bilaterale visiva nella prima seduta e nell’ultima seduta dei due diversi trattamenti CBT e EMDR.

L’efficacia dell’EMDR nel cambiamento dei modelli operativi interni: uno studio attraverso l’utilizzo dell’Adult Attachment Interview

Zaccagnino, M., Callerame, C., Cussino, M., Di Fini, G., Verardo, A.R.

L’obiettivo principale della ricerca consiste nel comprendere il ruolo dell’EMDR nella riorganizzazione dei Modelli Operativi Interni del paziente, in particolare nell’elaborazione delle memorie traumatiche irrisolte. Si ipotizza che, grazie all’integrazione dell’EMDR nel percorso psicoterapeutico, i ricordi traumatici vengano elaborati e risolti, si verifichi una modifica dello state of mind nella direzione di una maggiore integrazione e coerenza e un aumento della competenza metacognitiva e autoriflessiva del paziente. Per valutare l’andamento e l’efficacia della terapia EMDR, verrà utilizzato uno strumento validato a livello internazionale quale l’Adult Attachment Interview (AAI, George, Kaplan and Main, 1985). Esso ci darà la possibilità di osservare i cambiamenti nell’organizzazione delle memorie traumatiche dei pazienti e di monitorare un conseguente miglioramento della patologia e della loro qualità di vita.

Il trattamento EMDR nei dei Disturbi del Comportamento Alimentare

Zaccagnino, M., Callerame, C., Cussino, M., Verardo, A.R.
Casa di Cura Villa Margherita, Vicenza
Ospedale San Paolo, Milano

Numerose ricerche hanno sottolineato il legame esistente tra l’esordio di disturbi del comportamento alimentare e una storia caratterizzata da eventi traumatici (quali ad esempio abusi o maltrattamenti) e traumi relazionali (Putnam, 2001; Johnson, Cohen, Kasen, & Brook, 2006). Data la notevole rilevanza della presenza di esperienze traumatiche nell’esordio dei disturbi del comportamento alimentare, molti clinici hanno suggerito pertanto l’integrazione delle tradizionali psicoterapie con un metodo psicoterapeutico focalizzato sulla risoluzione delle memorie traumatiche: l’EMDR (Shapiro, 2001; Omaha, 2000).
L’obiettivo specifico di questo progetto è quindi quello di indagare l’efficacia dell’EMDR nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare attraverso il lavoro sulle memorie traumatiche ad essi collegati. I pazienti che parteciperanno alla ricerca verranno assegnati in modo causale alla terapia standard (gruppo di controllo) o alla terapia con EMDR (gruppo sperimentale).

EMDR E Genitorialità

Zaccagnino, M., Callerame, C., Cussino, M., Verardo, A.R.

Le esperienze traumatiche vissute dal genitore e immagazzinate in modo disfunzionale, possono riattivarsi nel sistema di accudimento del genitore stesso, determinando un Modello Operativo Interno dell’attaccamento del bambino contenente tracce mnestiche di tali eventi traumatici. Infatti, quando i ricordi traumatici irrisolti si riattivano nel genitore e nel suo sistema di accudimento nei confronti del figlio, la sofferenza mentale legata a questi ricordi determina significative ripercussioni sul bambino, in termini di difficoltà di regolazione emotiva e rappresentazione disfunzionale del suo sistema di attaccamento (Hesse & Main, 2000 e Hesse et al, 2003). Per questi motivi l’obiettivo di questo progetto è quello di valutare l’utilizzo dell’EMDR nell’aiutare il genitore ad accedere ed elaborare i ricordi traumatici legati alla propria storia di attaccamento. Si ipotizza infatti che una risoluzione adattiva di tali memorie traumatiche abbia un impatto non solo sul benessere del genitore, ma anche sul bambino e sulla qualità della relazione genitore-bambino.

Progetto M.A.T.E.R (Maternal Adjustment, Transcultural Empowerment and Representations)

Maiorani Chiara

I sentimenti angosciosi prevalentemente di tipo ansioso che colpiscono le donne e i loro cari durante le gravidanze complicate (sia dal punto di vista medico-biologico che psicologico-relazionale) meritano di essere trattate sia perché contribuiscono all’aggravarsi dello stato generale di salute della diade madre bambino sia perché possono influenzare significativamente la qualità del legame di attaccamento. L’obiettivo del progetto è pertanto quello di incrementare l’attività del servizio di psicologia clinica perinatale al fine di rispondere efficacemente ai bisogni di un numero sempre maggiore di gestanti che richiedono l’intervento dello psicologo. Altri obiettivi specifici sono inoltre: assistere psicologicamente le pazienti in gravidanza patologiche secondo modello biopsicosociale; fare rete con gli altri servizi presenti sul territorio forniti da AO, ASL, associazioni Onlus ed enti No profit per tutelare la maternità nelle sue fasi; rilevare i bisogni psicologici delle pazienti per contribuire a modellizzare e sistematizzare gli interventi e approfondire la ricerca scientifica sul tema (questionari, test, colloquio clinico).

EMDR e Terapia Cognitivo-Comportamentale nel trattamento del Disturbo di Panico: un confronto

Elisa Faretta

Secondo le linee guida internazionali NICE (National Institute of Health and Clinical Excellence), il trattamento più efficace per il Disturbo di Panico sembra essere quello cognitivo-comportamentale (CBT). Si ipotizza che l’EMDR, quale metodologia evidence-based per il trattamento del trauma, possa avere un effetto sugli attacchi di panico (decremento della frequenza, dell’ansia anticipatoria e delle sensazioni corporee) considerati essi stessi come possibili eventi traumatici.
Obiettivo di questo studio è valutare l’efficacia di un trattamento per il Disturbo da Panico con/senza Agorafobia attraverso un confronto tra l’approccio EMDR e la CBT.
Il beneficio dei trattamenti sarà valutato sulla efficacia in termini di tempo (valutazione di quando avvengono i primi miglioramenti in termini di numero di sedute), sulla stabilità in termini quantitativi (assenza di attacchi di panico alla conclusione della terapia nonché un mantenimento di benefici nel tempo) e qualitativi (nel rafforzare le abilità e capacità acquisite, per la prevenzione delle ricadute).

Valutazione dell’efficacia della psicoterapia in psiconcologia: confronto tra EMDR e altra terapia di supporto psicologico

E. Faretta, T. Agazzi; E. Poli; S. Sacchezin; C. Callerame

L’esperienza clinica e le narrazioni dei pazienti oncologici fanno pensare alla diagnosi di cancro come fonte di un possibile stress di rilevanza clinica. La letteratura scientifica psico-oncologica, infatti, fa spesso riferimento non tanto al disturbo conclamato (PTSD), quanto maggiormente ad una Sintomatologia Post-Traumatica. Poiché la comunicazione di una diagnosi come quella di cancro può essere di per sé un evento traumatico, in quanto la persona si trova a doversi confrontare improvvisamente con una condizione che minaccia la propria vita, l’applicazione dell’EMDR (Pupulin, 2008) può essere molto efficace per risolvere
l’impatto di questa esperienza e delle situazioni ad essa collegate. L’obiettivo principale di questa ricerca è quello di indagare in via preliminare l’adeguatezza e l’efficacia delle linee guida di lavoro stabilite dal protocollo specifico secondo il trattamento EMDR, comparando i valori di ansia, stress, depressione, equilibrio emotivo, strategie attive di adattamento in pazienti oncologici, prima, durante e a conclusione dell’intervento EMDR.

Cambiamenti nella connettività e plasticità celebrale in seguito al trattamento EMDR: uno studio TMS-EEG

Thomas Borsato (Università Milano Bicocca)

La TMS (stimolazione magnetica transcranica) utilizza un campo magnetico per stimolare in modo indiretto il cervello (Miniussi, 2010), questa stimolazione indotta modifica l’attività nel tessuto neurale sottostante il coil di stimolazione, consentendo di osservare alterazioni comportamentali nella performance in un gran numero di compiti. Gli studi di neuroimaging funzionale (SPECT, PET, and fMRI) e strutturale (MRI) hanno mostrato significanti alterazioni neurobiologiche in pazienti con PTSD durante l’esposizione ad un’immaginazione autobiografica del trauma guidata da uno script (Bremner, 2007). Un aumento dell’attivazione dell’amigdala in relazione all’acquisizione di risposte di paura e un fallimento della corteccia prefrontale mediale (mPFC) nel mediarne l’attività sono ipotizzate sottostare i sintomi del PTSD. L’obiettivo di questa ricerca è quello di studiare, attraverso la TSM-EEG, gli effetti del trattamento EMDR sul PTSD, per evidenziare il circuito neuronale coinvolto ed eventuali cambiamenti nella connettività ed eccitabilità corticale sottostanti i sintomi del PTSD sullo stesso soggetto prima e dopo il trattamento.

Trauma e deprivazione sociale nei ragazzi di strada della Sierra Leone: nuove frontiere del trattamento EMDR

Roberto Ravera, ( Direttore S.C. PSICOLOGIA – Responsabile del Centro per l’Autismo, ASL 1 Imperiese), Prof. Vittorio Gallese, Prof.ssa Maria Alessandra Umiltà, Dr.ssa Martina Ardizzi, Dr.ssa Maria Teresa Sestito (Dipartimento di Neuroscienze -UNIVERSITA di PARMA), Dr.ssa Valentina Evangelista (Mother and Child Ravera Centre SIERRA LEONE)

Le esperienze traumatiche vissute in età infantile possono interrompere lo sviluppo emotivo dei bambini esposti a tali situazioni, poiché possono avere un forte impatto negativo sia sulla loro capacità di riconoscimento delle emozioni, sia sull’auto-regolazione. Questa ricerca è stata condotta su una particolare popolazione ad alto rischio, ovvero i ragazzi di strada della Sierra Leone. Gli obiettivi che si pone questa ricerca sono due. Innanzitutto essa mira ad indagare se le differenze nell’ampiezza e nella latenza dei ERP possano essere un indice affidabile dei differenti meccanismi di processamento delle espressioni emotive facciali nei due gruppi presi in considerazione, ovvero il gruppo di “street-boys” della Sierra Leone (gruppo sperimentale) che è stato cronicamente esposto alla deprivazione sociale e alla marginalizzazione e un gruppo di controllo costituito da ragazzi appaiati per età, ma che hanno una condizione di vita caratterizzata da un background adeguato e non traumatico (campione di controllo).
Il secondo obiettivo dello studio consiste invece nella valutazione dell’efficacia dell’EMDR nella popolazione dei ragazzi di strada. Con questo intento verrà fatto un confronto con un altro approccio utilizzato in questo contesto, ovvero l’ascolto attivo (Gordon, 1974).

Targeting patients with recurrent depression and traumas: Comparison of the efficacy of EMDR and of CBT versus standard clinical management, their neurobiological correlates, and the associated health sanitary costs.

Luca Ostacoli, Ospedale Orbassano (TO)

La depressione ricorrente è un problema che produce degli effetti molto profondi e costosi sull’individuo, sia dal punto di vista finanziario che in termini di qualità della vita. In questo senso, il trattamento proposto per la cura di tale patologia, offre solo un limitato sollievo, dimostrandosi molte volte non risolutivo. La letteratura sull’argomento sottolinea che la depressione è il disturbo che più comunemente si riscontra in comorbiità con eventi traumatici; per questo motivo la terapia Cognitivo Comportamentale focalizzata sul trauma e l’EMDR possono rivelarsi dei trattamenti estremamente efficaci per il suo trattamento. Il progetto utilizza la VBM (Voxel Based Morphometry), una tecnica di analisi nueroimaging che permette di analizzare i correlati neurali della depressione ricorrente e rilevare gli effetti degli interventi terapeutici a livello neurale. Si prevede una diminuzione della durata del trattamento, e un mantenimento nel tempo gli effetti terapeutici, diminuendo in tal modo i tassi di recidiva.

L’efficacia dell’EMDR in pazienti con Disturbo Post Traumatico da Stress con diagnosi di Sclerosi Multipla: uno studio randomizzato controllato

M. Borghi, G. Bertino, D. Boni, S. Carletto, M. Castaldo, L. Marnetto, M. Negro, C. Zaccarino, L. Ostacoli

La Sclerosi Multipla (SM) è una malattia che colpisce nel mondo più di 2,5 milioni di persone, di cui 600.000 in Europa e circa 68.000 in Italia. Questa patologia cronica degenerativa può comportare un rilevante disagio e produrre un grande impatto sulla vita della persona malata. La sua comparsa costituisce un trauma che mette in crisi l’organizzazione psicologica dell’individuo a tal punto da esitare in alcuni casi in Disturbo Post traumatico da Stress (PTSD).
L’obiettivo principale del presente studio è valutare la prevalenza del PTSD nei pazienti con SM e l’efficacia del trattamento con EMDR, e secondariamente valutare l’efficacia dell’EMDR sui sintomi associati al PTSD di ansia e depressione e sulla qualità della vita.

Morphovolumetric Changes after EMDR Treatment in Drug-naive PTSD Patients

Bossini Letizia

Pochi studi si sono occupati di indagare gli effetti della psicoterapia sulle alterazioni strutturali delle distinte regioni cerebrali associate al disturbo da stress post-traumatico (PTSD).
L’obiettivo principale di questo studio consiste nel valutare gli effetti neurobiologici della terapia EMDR su 19 pazienti con diagnosi di PTSD non trattati farmacologicamente e non in comorbidità con altri disturbi (gruppo sperimentale), abbinati con 19 pazienti sani e non sottoposti ad alcun trattamento (gruppo di controllo).

Effetti della terapia EMDR sui processi neurali connessi con l’elaborazione emozione facciale nei bambini maltrattati e traumatizzati

Trentini C, Speranza A.M., Nicolais G., Sibilia A., Verardo A.R., Inguscio L., Ammaniti M.

I bambini che hanno subito maltrattamenti e che sono stati vittime di eventi altamente traumatici mostrano delle difficoltà nel riconoscimento e nel processamento delle emozioni. In modo particolare essi hanno la tendenza a percepire i volti arrabbiati come più salienti rispetto alle altre emozioni.
L’obiettivo specifico di questo studio è quello di indagare l’efficacia della terapia EMDR per quanto riguarda il riconoscimento ed elaborazione delle emozioni facciali. Il campione, costituito da 9 bambini in età scolare con sintomi di PTSD legati ad esperienze traumatiche precoci, sarà sottoposto a ERP prima dell’inizio della terapia EMDR e ad un mese dalla fine del ciclo di sedute. Gli ERP vengono registrati mentre i bambini guardano in modo passivo volti adulti arrabbiati, impauriti, felici e neutri, selezionati dal Karolinska Directed Emotional Faces (KDEF) (Lundqvist et al., 1998).