Tutti gli italiani hanno seguito le varie fasi del terremoto che ha colpito l’Abruzzo nell’Aprile del 2009. Ciò nonostante, nessuna notizia o dato è mai stato comunicato sulle reazioni da stress nei bambini nei mesi successivi al terremoto. Gli psicologi che si sono dedicati a seguire i bambini di alcune scuole hanno trovato delle risposte sconvolgenti nei bambini. Un gruppo di 17 bambini seguiti con cura nella zona di Avezzano hanno spiegato con chiarezza le loro paure e sintomi sviluppatesi dopo il terremoto. In questo caso gli psicologi hanno riscontrato che il 77% di questi bambini aveva reazioni clinicamente significative dopo 6 mesi da questo disastro. Questa percentuale era divisa in 59% di PTSD conclamato e 18% di PTSD sottosoglia. Il sottosoglia implica la presenza di molti sintomi senza arrivare a sviluppare la quantità necessaria per fare una diagnosi di PTSD, ma questo significa che il livello di sofferenza soggettiva e il disagio è comunque molto evidente. Al termine di un trattamento con EMDR con questo gruppo di bambini, soltanto il 5% soffriva ancora di sintomi post-traumatici classici. Questo risultato è molto confortante perché implica che il 72% di questi bambini hanno avuto un sollievo dalle conseguenze emotive e psicologiche dell’aver vissuto questa catastrofe così nota a tutti. A distanza di un anno un’equipe di psicologi si è recata ad una scuola elementare e ha potuto verificare concretamente e clinicamente cosa stava succedendo nei bambini che nell’arco dell’anno non avevano avuto trattamenti diretti e specialistici dopo questo evento traumatico d’equipe. Ha osservato e valutato 113 bambini appartenenti ad una scuola elementare nella periferia de L’Aquila, riscontrando che il 66,9 % presentava ancora sintomi post-traumatici rilevanti: il 20% un PTSD conclamato e il 46,9% sintomi di PTSD sottosoglia.

Ancora una volta è risultato chiaro che i bambini in molti – troppi- casi non guariscono spontaneamente dalle ferite provocate da questi disastri. E’ quindi necessario un intervento specialistico che non sottovaluti le loro reazioni e che non dia per scontato che il tempo sia la migliore cura. La strada per aiutare queste piccole vittime a rimarginare le loro grandi ferite è percorribile e chiara: bisogna intervenire terapeuticamente in modo mirato con un metodo efficace e provato per la cura del dopo trauma. L’EMDR è quello che racchiude in modo completo queste caratteristiche.