“La pandemia mette a rischio i giovani per il tempo di permanenza sui device. Tutti noi, bambini e adolescenti compresi, passiamo più tempo sulle piattaforme. La pandemia ha sdoganato i device per la didattica a distanza e il lavoro ed è stato un valido aiuto per l’assenza di socializzazione – così Annarita Verardo, psicologa infantile, su quanto accaduta a Palermo dove una bambina di 10 anni per un gioco con Tik Tok si trova in morte cerebrale – I bambini hanno bisogno del confronto e l’ultimo anno glielo ha negato. Internet e il web sono stato un valido aiuto per giocare e raggiungere gli amici. Questo è stato mancante, anche la presenza a scuola e la condivisione dei momenti ricreativi hanno creato distanza e favorito l’accesso al web come via di fuga ma anche di soluzione a qualcosa di manchevole. Però non è attribuibile alla pandemia quanto accaduto a Palermo perché questi strumenti sono datati, come il fenomeno del Blue Whale”.

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